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di un riutilizzo degli ambienti esistenti in alloggi per il turismo rurale,
botteghe per la promozione dell’ar tigianato tipico e in piccoli musei per
la documentazione delle emergenze locali.
Profilandosi tempi di attesa lunghi col POR, la Comunità Montana inoltrò
richiesta di interesse al CIPE nell’ambito del completamento del program-
ma di ricostruzione per l’Irpinia; la commissione ministeriale espresse pa-
rere positivo dando luogo, nel dicembre 1999 all’avvio di quattro cantieri.
Dopo anni di distruzioni “legalizzate” dalla “219” (mirava a favorire l’ab-
battimento-ricostruzione), con i cantieri pilota della Terminio Cervialto
si interviene nei centri storici attraverso logiche di recupero e limitate
sostituzioni.
Nel 2002, la Regione Campania, con fondi ex legge 64/86, co-finanzia
l’iniziativa; la Comunità Montana approva e appalta il progetto delle Opere
di Urbanizzazione e la fornitura di arredi e attrezzature per la messa in
funzione degli alloggi e degli spazi comuni.
Il consorzio dei quattro comuni, oggi, dispone complessivamente di circa
120 posti letto, oltre a botteghe, aule per la didattica, spazi museali e per
la ristorazione.
Il completamento del progetto originario dei “Borghi Medioevali”, con
l’obiettivo della immediata messa in funzione, costituisce oggi l’asse por-
tante del P.I. “Borgo Terminio Cervialto”.
Ultimati sostanzialmente gli interventi originariamente previsti nei bor-
ghi di Taurasi e Volturara, la Comunità Montana Terminio Cervialto pro-
muove l’avanzamento dei borghi di Calabritto (Quaglietta) e Castelvete-
re sul Calore; ognuno dei due borghi ormai già dispone di circa 60 posti
letto integrati da attrezzature di suppor to logistiche alla ricettività di tipo
turistico-alberghiera.
Nel 2003, i comuni di Castelvetere sul Calore e Calabritto hanno confer-
mato la propria delega alla Comunità Montana per il prosieguo della
progettazione e del programma di attuazione.
Il circuito turistico, ar ticolato tra i quattro villaggi con la possibilità di
effettuare escursioni a cavallo, gustare i piatti della cucina arcaica irpina e
promuovere i prodotti agrituristici e dell’ar tigianato locale, è, oggi, realtà:
l’Accordo di programma prevede l’affidamento in gestione ad un consor-
zio pubblico-privato formato con imprenditori del settore turistico che
coinvolgano giovani del luogo. Fin qui gli aspetti sostanziali, ma credo
utile concludere con un ulteriore accenno al contributo che questa espe-
rienza può por tare a ragionamenti più propriamente disciplinari ed alla
formazione di nuove mentalità operative. Le riflessioni contenute in que-
sto volume gli fanno assumere caratteri di “promemoria” più che di “ma-
nuale”. Le credo utili perché spingono a riflettere sul senso del costruire
nel passato e soprattutto nel futuro, sulle molteplici attenzioni insite in
ogni atto costruttivo. Recupero del passato e costruzione del futuro non
sono azioni disgiunte o animate diversamente: si agisce con diversità nella
densità dei vincoli, ma i principi che le sottendono sono analoghi, le solu-
zioni alle diverse questioni individuate sono appropriate agli specifici con-
testi sociali, economici e culturali.
Si intrecciano in questa esperienza la questione ambientale e quella pae-
saggistica, la questione ecologica e quella energetica, la questione sismica
e quella delle tecniche coerenti con i luoghi e la cultura di ogni area,
l’attenzione al costruito ed agli spazi “non costruiti” che ne sono l’essen-
za. Su ciascuno di questi temi le riflessioni condotte sono testimonianza
di pratica, legami tra teoria e prassi, e nello stesso tempo stimoli ad
approfondimenti.
Massimo Pica Ciamarra
Docente presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Facoltà di Architettura