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2.1Tipologie edilizie
Fabbricato in ambito urbano
Cellula elementare
La cellula dell’intricato organismo, che costitui-
sce il nucleo storico di ognuno dei paesi del-
l’Alta Irpinia, è una casa dalla tipologia ben de-
finita, diffusa e facilmente riconoscibile.
Si tratta della casa “a blocco” unifamiliare, di
origine medievale; la forma più elementare di
questo tipo edilizio è data dalla casa monocel-
lulare ad un solo piano, diviso in due vani. Una
prima evoluzione prevede la sopraelevazione
di un piano, con la separazione in ver ticale del-
le funzioni, e quindi la creazione di un vano “sot-
tano” per deposito, stalla o bottega. In questo
caso, la scala è generalmente esterna, scoper ta
e con pianerottolo, mentre nelle versioni suc-
cessive abbiamo la scala coper ta con loggetta
su piccolo colonnato. Una ulteriore evoluzione
riguarda ancora la scala, che diventa interna e
non più parallela alla facciata ma trasversale ad
essa, consentendo la creazione di aperture per
l’illuminazione e l’aerazione del piano terra,
destinato spesso alla cucina. Sul prospetto si
aprono quindi due ingressi: uno, più stretto, di
accesso alla scala, e l’altro, più largo, che im-
mette ai locali del piano terra. Anche in que-
sto caso, quindi, l’accesso al sistema distributi-
vo ver ticale avviene direttamente dallo spazio
pubblico.
Queste abitazioni si aggregavano “a schiera”, in
aderenza lungo la strada, stabilendo quindi un
rappor to diretto tra spazio privato della resi-
denza e spazio pubblico. Nei più rari esempi di
casa a cor te (in genere palazzi gentilizi) il rap-
por to tra spazi liberi e spazi edificati è risolto
tutto all’interno dell’abitazione stessa, e la cor-
te funge da filtro tra l’alloggio e la strada.
L’aggregazione “a schiera” dà origine a una se-
rie di lunghe cor tine che seguono l’andamento
plano-altimetrico dei siti disponendosi in alcuni
casi secondo cerchi concentrici, in altri forman-
do una sor ta di spirale, in altri ancora sovrap-
ponendosi a terrazza lungo declivi. In ogni caso
siamo di fronte ad un tessuto edilizio compat-
to e piuttosto irregolare, tipico degli insedia-
menti di origine medievale.
Un’altra tipica aggregazione delle unità edilizie,
presenti sul territorio, è data dall’isolato a spina
dove si realizza uno sviluppo a schiera “dop-
pia”, e l’aderenza è stabilita per ogni unità, con
tre unità adiacenti, mentre nell’aggregazione a
schiera semplice ogni unità edilizia è dotata di
un affaccio sulla strada ed uno sul retrostante
spazio libero di pertinenza.
Nel tipo di abitazione “povera” che abbiamo
descritto, il nucleo centrale, l’ambiente più im-
por tante è la cucina, uno spazio polifunzionale
in cui si sovrappongono praticamente tutte le
attività familiari. L’ambiente cucina possiede a
sua volta un centro funzionale e simbolico che
è il camino.
Il camino è stato sempre, oltre che fonte di ri-
scaldamento e un mezzo per la cottura dei cibi,
una sor ta di punto focale, centro di ogni attivi-
tà, fin da quando il fuoco fu por tato all’interno
delle caverne o delle capanne.
Accanto al fuoco, inoltre, si intavolano conver-
sazioni e si intrecciano rappor ti, si prendono
impor tanti decisioni familiari e ci si riposava
dopo una giornata di lavoro, si fanno lavori
manuali e si cullano i bambini, si cantano ninna-
nanne e si raccontano storie…
La “fornacella”, invece, viene a sostituire il ca-
mino nei primi anni ’50, indicando una trasfor-
mazione economica del mondo contadino. Era
costituita da tre fuochi, dei quali uno centrale,
posizionato a terra per riscaldarsi e su cui c’era
un fornellino per essiccare prodotti alimentari.
Gli altri due fuochi erano uguali e costituiti da
due fori frontali uno per la cenere e l’altro per
la legna. Superiormente c’era un altro foro per
inserire i calderoni.
Rispetto al camino, la “fornacella” ha un com-
ponente innovativo, in quanto riunisce in un
unico elemento fornelli, forno e focolare. Oltre
ad essere un mezzo di riscaldamento, permet-
te la cottura simultanea di vari cibi, consente di
variare l’intensità dei fuochi per la cottura lenta
o vivace e di sistemare sul fuoco recipienti di
diverso diametro, grazie ad un sistema di anelli
in ferro concentrici.
Palazzo gentilizio
Il palazzo gentilizio è una tipologia che difficil-
mente si poteva definire data la esigua presen-
za, ma nonostante tutto si possono evidenziare
alcuni elementi caratterizzanti.
La cor te interna, chiusa o aper ta, è il primo
ambiente che si trova, quando si entra, colloca-
ta vicino all’ingresso.
La loggia, dietro la quale si nasconde il corpo
scala per raggiungere i livelli superiori, ha due
possibili distribuzioni, una posta immediatamen-
te dopo l’ingresso, l’altra posta dopo la cor te
interna o atrio.
Fabbricato in ambito rurale
Cellula elementare
L’abitazione di campagna (la masseria).
Una tipologia molto diffusa era quella con due
vani, entrambi comunicanti con l’esterno, l’uno
destinato come abitazione e l’altro come rico-
vero per gli animali. In seguito si ampliava con
l’accostamento di ulteriori vani, destinandoli ad
abitazione o altro.
Nelle masserie un elemento interessante, a dif-
ferenza delle abitazioni urbane, era la scelta del
luogo dove costruire dettata da due esigenze,
l’illuminazione degli ambienti e la protezione dai
venti.
Le due esigenze erano tra loro legate perché
l’illuminazione degli ambienti si aveva tramite la
“por ticella”, una por ta divisa in due pezzi, uno
superiore aper to tutta la giornata e l’altro infe-
riore sempre chiuso; quindi il bisogno di essere
aper ta tutta la giornata rendeva necessario che
la facciata dell’edificio su cui si apriva l’ingresso
fosse posta al riparo dei venti più for ti.
Alla luce di tali considerazioni, la facciata prin-
cipale dell’abitazione con tutte le aper ture esi-
stenti si disponeva verso est o sud-est, varian-
do secondo la morfologia dei luoghi e localiz-
zata sotto un costone.