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Il mattonato era eseguito con mattonelle in ar-
gilla cotta per limitare il peso.
– Solaio in ferro
Con l’avvento dei profilati in ferro, agli inizi del
’900, si ebbe lo sviluppo dei solai in ferro, con
varie tipologie in funzione del tipo di voltina
realizzata. In definitiva possiamo distinguere i se-
guenti tipi di solai in ferro: solaio in ferro con
voltine in pietra e malta, in pietra e gesso, in
laterizio.
– Voltine in pietra e malta
Le voltine in pietra e malta possono essere con-
siderate una delle prime realizzazioni dei solai
in ferro.
Posizionate le putrelle con un interasse di 80-
100 cm, si realizzava una forma in legno con
una freccia di 3-4 cm e con una profondità di
80-100 cm. Posta la forma sotto le due putrelle
si realizzava la voltina con pezzi di pietra “mor-
ta” di piccole dimensioni (pietra che si valoriz-
zava per le sue caratteristiche di leggerezza e
di refrattarietà, ma di bassa resistenza meccani-
ca, utilizzata per non appesantire il solaio). Co-
struita la prima voltina per la profondità della
forma, si procedeva lateralmente passando alla
fila successiva per evitare che la spinta della
voltina facesse muovere le putrelle.
Realizzate le voltine dell’intero solaio si riempi-
va superiormente con misto di sabbia e pietri-
sco, il tutto si completava con uno strato supe-
riore di malta di calce. Quindi tranne per la
struttura por tante la metodologia di finitura ri-
maneva la stessa del solaio in legno.
– Voltine in pietra e gesso
Questa tipologia era molto più diffusa della pre-
cedente, e lo dimostrano i molteplici solai an-
cora esistenti, soprattutto dove erano presenti,
in vicinanza, le cave di gesso. Le voltine veniva-
no realizzate sempre ricorrendo ad una forma
in legno, su cui si gettava il gesso e nell’impasto
gettato, si inserivano le pietre che, rigorosamen-
te, erano sempre del tipo leggero. Realizzate le
voltine il completamento era identico ai casi
precedenti.
– Voltine in laterizio
Per la realizzazione di questo tipo di voltine si
usavano tre tipi di laterizi: il laterizio forato che
veniva prodotto nelle varie versioni a due, tre
e più fori a seconda dell’uso che se ne faceva, il
laterizio pieno e infine il “mummero”, ossia un
laterizio di forma cilindrica chiuso alle due estre-
mità tranne per la presenza di un piccolo foro
in sommità.
Quando si usavano i laterizi leggeri e gesso si
poteva fare a meno della cassaforma. Infatti, la
rapidità di presa del gesso permetteva che i
pezzi si reggessero da soli.
Dobbiamo accennare all’uso del tavellone, cioè
di un laterizio di 30 cm di profondità per un
lunghezza di 1 m e lo spessore di 5-6 cm posto
tra le basi della putrella, che venne usato prima
dell’utilizzo del solaio in calcestruzzo.
Il soffitto dei solai nella maggior parte dei casi
si intonacava, nei solai in legno si lasciava a vista
o si realizzava la controsoffittatura, con tavole
di legno, con gesso steso su una rete o con can-
nicciata sostenuta da una struttura portante in
legno.
Volte
La realizzazione delle volte è sicuramente anti-
ca quanto il solaio in legno, anche se poi si è
sviluppata adeguandosi all’utilizzo dei nuovi
materiali. Le tipologie che si ritrovano, tranne
rare eccezioni, sono tre: volta a botte, volta a
crociera e volta a padiglione.
In par ticolare la volta a crociera non sempre
era costituita dall’intersezione di due volte a
botte ma anche dall’intersezione di una volta a
botte con una volta in cui la direttrice non è
più rettilinea ma è a sua volta un arco.
Fermo restando la distinzione in funzione della
forma strutturale possiamo più facilmente ca-
talogarle in funzione dei materiali impiegati per
la loro realizzazione.
– Volte in pietra
Per la costruzione di questa tipologia di volta si
doveva realizzare una centina con travi, ritti in
legno e tavolame e completata con materiale di
scarto per raggiungere la forma desiderata. In
alcuni casi la centina non si poggiava a terra ma
su due travi incrociate ed incastrate sul muro.
Per realizzare sia la volta a botte che a padiglio-
ne l’imposta poggiava su una risega del muro di
5-6 cm collocata a 2-3 m di altezza dal piano di
calpestio che si sviluppava per uno spessore di
circa 20 cm.
La volta a crociera, invece cominciava a 1 m da
terra con dei pilastrini di 20-30 cm posti nei
quattro angoli della stanza che poi si allargava-
no man mano che aumentava l’altezza, fino a
chiudersi in chiave.
Completata la par te por tante si riempiva il tut-
to con materiale di scar to così come si faceva
per i solai, cioè con sabbia e pietrisco leggero e
poi concludendo con un getto di un ultimo stra-
to di calce per realizzare il pavimento, se invece
al piano superiore si doveva costruire il tetto
allora non si eseguiva il riempimento.
Quando si usava la pietra era rara la costruzio-
ne della volta a botte perché si riteneva troppo
spingente rispetto a una volta a crociera; infatti
quando troviamo delle volte a botte in pietra si
nota che gli spessori delle murature si allonta-
nano dai classici 70-80 cm fino ad arrivare ai
120 cm, oppure la luce della volta si riduce a
pochi metri.
–␣
Volte in laterizio
Quando si usavano i laterizi pieni, essendo si-
mili alla pietra, si adoperavano le stesse tecni-
che costruttive.
Invece quando si usavano i laterizi forati, come
il mattone a più fori oppure il “mummero”, si
poteva evitare l’ausilio della cassaforma, utiliz-
zando solo il “sesto”, ossia una tavola di legno
fissata come asse della volta. Nel caso di volte a
botte il processo costruttivo si sviluppava rea-
lizzando un’intera generatrice, invece, nel caso
di volta a crociera o a padiglione si procedeva
lungo il perimetro dall’esterno verso l’interno
fino a chiudersi nel serraglio centrale.
Le volte in laterizio avevano come vantaggio,
rispetto alle classiche volte in pietra, oltre alla
rapidità di posa, l’estrema leggerezza che né con-
sentiva la realizzazione senza ispessire troppo i
muri di imposta, tanto da favorire anche la rea-
lizzazione di volte con luci più grandi o la pos-
sibilità di intervenire su edifici già realizzati.
In par ticolare i motivi che spesso spingevano
ad intervenire con questo sistema erano: sosti-
tuire un vecchio solaio in legno con un nuovo
interpiano in volta, isolare il tetto in legno in-
terponendoci anche una volta in muratura, ri-
costruire una volta danneggiata.
Nei casi in cui non era previsto l’uso della volta
in laterizio e gesso, con la realizzazione di un
piccola scanalatura nel muro esistente, si pote-
va costruire la volta.
Coperture
Possiamo esaminare le coperture distinguendo
tre componenti: il sottotetto, il cornicione e il
tetto.