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calibrato, essere riconoscibile come segno del-
la nostra epoca, inserirsi armonicamente senza
apparire estraneo al luogo.
Non esistono regole fisse, nemmeno per le ri-
mozioni o le aggiunte; in questo senso il “codice
di pratica” è una contraddizione di termini: oc-
corre valutare singolarmente ogni intervento,
affermando sempre la sicurezza statica e il ri-
spetto dei luoghi, dell’habitat e dell’architettura.
Quanto segue è una “testimonianza” di espe-
rienze che ha l’obiettivo di contribuire alla ri-
cerca di una teoria ancorata alla pratica, capace
di riunificare conservazione ed innovazione.
Consolidamento statico
Il decreto legislativo 22.01.2004 n. 42 – Codice
dei Beni Culturali e del Paesaggio –, all’ar ticolo
29, definisce “… per restauro si intende l’inter-
vento diretto sulla cosa volto a mantenere l’in-
tegrità materiale e ad assicurare la conserva-
zione e la protezione dei suoi valori culturali.
Nel caso di beni immobili situati nelle zone di-
chiarate a rischio sismico in base alla normativa
vigente il restauro comprende l’intervento di
miglioramento strutturale”.
Si prospettano, nel rispetto del citato decreto
legislativo, le seguenti tipologie di intervento
strutturale, ar ticolate in due macro-categorie:
Interventi sulle murature
: comprendono sia quelli
sulle strutture ver ticali (in fondazione ed in ele-
vazione) sia sulle strutture voltate; tra gli inter-
venti compresi in questa categoria rientrano:
– consolidamento di murature esistenti;
– consolidamento di volte ed archi;
– taglio di murature per messa in sicurezza e/o
aper ture vani;
– muratura di integrazione con l’utilizzo di con-
ci di recupero listati con mattoni pieni;
–␣
chiusura di vani impropri;
–␣
esecuzione di architravi e piattabande;
– tirantature in acciaio per la sicurezza in fase
sismica (catene e relativi capochiavi).
Inter venti sui solai
: in questa categoria sono in-
clusi gli interventi su tutti gli orizzontamenti (di
calpestio, di sottotetto, di coper tura); si preve-
dono in genere solai lignei anche in copertura.
È utile ricordare le “Raccomandazioni relative
agli interventi sul patrimonio monumentale a
tipologia specialistica in zone sismiche”, ema-
nate dal Comitato Nazionale per la Prevenzio-
ne del Patrimonio Culturale dal Rischio Sismi-
co, giugno 1986:“l’obbiettivo degli interventi sul
patrimonio monumentale, per quanto attiene
alla sicurezza alle azioni sismiche, è assimilabile
al miglioramento”.
Gli interventi sono rivolti a sanare i difetti ori-
ginari della costruzione, risolvendo gli effetti
accumulati tra naturale degrado e danni pro-
vocati da azioni esterne e manomissioni, facen-
do in modo che le caratteristiche della costru-
zione, anche migliorate, rimangano della stessa
natura di quelle originarie e che i miglioramen-
ti strutturali presentino un lessico costruttivo
coerente con quello originario.
I sistemi fondazionali finora indagati nei centri
di altura, dove vi è un unicum tra roccia e co-
struzione, benché variegati secondo le esigen-
ze di adattamento proprie dei diversi corpi di
fabbrica, non presentano in genere problemati-
che strutturali rilevanti.
La buona capacità tecnica dei costruttori origi-
nari, ad esempio a Castelvetere sul Calore, è
testimoniata dalla conservazione dei vari corpi
di fabbrica e dalla loro resistenza offer ta al si-
sma del 1980; questo non dovunque: la conca-
tenazione tra azioni sismiche, erosione natura-
le dovuta ai frequenti cicli di gelo e disgelo (ol-
tre che a neve, pioggia, vento, sole), assenza di
manutenzione, ha comunque provocato distac-
chi parietali, perdita di continuità della muratu-
ra, accelerazione di fenomeni di degrado.
Per intervenire occorre quindi esperienza sia
nel campo del consolidamento in zona sismica
che nel campo del restauro architettonico: gli
interventi specifici per l’aumento della resistenza
alle forze orizzontali vanno dalla effettuazione
delle iniezioni di miscela cementizia, all’applica-
zione di catene o di tirantature, soprattutto
orizzontali, all’inserimento di diatoni di legatu-
ra, di sottofondazioni, di cordoli sommitali, al
rifacimento dei solai lignei, ecc.
Restauro architettonico
Ogni progetto di restauro, sulla scor ta dei rilie-
vi e della documentazione raccolta, è stato ri-
volto alla ricomposizione volumetrica degli an-
tichi manufatti e alla rifunzionalizzazione edili-
zia e impiantistica, a seconda delle destinazio-
ni d’uso individuate dalla committenza.
Negli interventi illustrati di seguito, metodolo-
gicamente, si è proceduto preventivamente alla
esecuzione di rilievi topografici e architettonici,
di indagini geologiche, di oppor tuni saggi mura-
ri e ripetuti sopralluoghi al fine di accer tare
compiutamente lo stato dei luoghi.
Le diverse fasi progettuali hanno approfondito
le tematiche costruttive, la stima dei costi e la
scrittura delle norme contrattuali; in cantiere, è
stato oppor tuno ricordare che ogni struttura
architettonica è sempre un sistema complesso,
costituito da elementi e materiali diversi, in re-
lazione tra loro in modo spesso inscindibile,
seppure ognuno con una sua funzione differen-
te: strutturale, funzionale o decorativa.
È stato sempre valutato lo stato di consistenza
degli elementi di finitura: paramenti esterni, cor-
nicioni, scale e rampe, serramenti, decorazioni
interne, pavimentazioni in funzione di un loro
reintegro o riproposizione sia in analogia che
per contrasto.
È stata sempre analizzata la realtà globale di ogni
ambito di intervento, in considerazione dei sottili
equilibri che nel tempo si sono creati con l’am-
biente naturale e con quello antropizzato, con
la finalità di preservarne il valore complessivo e
la testimonianza storica.
Le varianti progettuali in corso d’opera hanno
dovuto tener conto dei ritrovamenti, a volte di
interesse archeologico, e delle “sorprese”, spes-
so di natura strutturale, celate da intonaci e fal-
se murature non sempre indagabili in fase pre-
ventiva.
Criteri di stima economica
La fase di stima economica dei costi è inscindi-
bile dalle varie fasi progettuali e da essa dipen-
de la garanzia di una esecuzione dei lavori e
l’eliminazione del contenzioso con le impresa
appaltatrici. Di norma si procede con l’utilizzo
di prezzi che, pur facendo riferimento al vigen-
te Prezzario Lavori Pubblici della Regione Cam-
pania, tengano conto delle notevoli difficoltà di
accesso alle aree, dei processi di cantierizzazio-
ne, della par ticolarità delle opere.
Sono occorsi, ad esempio, nel caso di alcuni
dei borghi della Terminio Cervialto, tipologie
di ponteggio specifiche per le asperità orogra-
fiche insite nei luoghi e per la presenza di roc-
cia acuminata e affiorante; sono stati possibili
solo scavi a mano e spesso in roccia; fabbricati
spesso riempiti di masserizie abbandonate, le-
gna da ardere e ciarpame: sono occorse rimo-
zioni senza la possibilità di puntellamenti e