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di serbatoi di ciò che in questi ultimi anni stiamo
comprendendo come biodiversità.
Protezione, Progetto, Promozione
“Protezione, Progetto e Promozione” sono azioni
che in sinergia potranno portare ad un benesse-
re diffuso per le aree rurali e al contempo ad
una conservazione attiva del territorio e del pa-
esaggio: la domanda di attività di ricreazione al-
l’aria aperta è in costante crescita da circa 30
anni: il 60% dei residenti nelle aree metropolita-
ne invade, per almeno una volta l’anno, la cam-
pagna per camminare, cavalcare, andare in bici-
cletta, scalare pendii, pescare, visitare edifici di
carattere storico.
Un attento recupero del paesaggio rurale irpino
potrebbe:
– favorire la crescente domanda ricreativa of-
frendo diverse scale di approccio: svago generi-
co, attività sportive leggere, enogastronomia, vi-
site a monumenti e borghi, utilizzo di bibliote-
che e musei, acquisto ed uso di piccoli fondi agri-
coli, messa in coltura di orti e avvio di manuten-
zione sostenibile per fabbricati e terreni;
– riqualificare i manufatti edilizi rurali attraverso
la eliminazione delle superfetazioni leggere (pre-
fabbricati del sisma, baraccamenti vari, depositi
agricoli dismessi) e la sostituzione degli elementi
estranei al territorio (recinzioni pesanti, essenze
vegetali esotiche, ecc.);
– favorire la permeabilità delle superfici esterne
(piazzali, strade di accesso ai fondi), la raccolta
delle acque piovane per un reimpiego in agricol-
tura, la autosufficienza energetica attraverso pic-
coli impianti eolici e i pannelli fotovoltaici;
– attuare i piani di salvaguardia della campagna
attraverso mirati accordi di gestione delle aree
da proteggere, con il coinvolgimento delle am-
ministrazioni locali e regionali, delle organizza-
zioni e dei gruppi di volontari, dei privati;
– favorire l’insediamento di centri di ricerca per
la promozione (in loco) di azioni di valorizzazio-
ne e di sperimentazione legate al territorio e
alle nuove idee gestionali.
Longdistance Routes
Tra le tante possibili azioni di salvaguardia e svi-
luppo integrato attuate nel nord Europa si po-
trebbero citare le
Longdistance Routes
; in Inghil-
terra vi è un vasto sistema di sentieri che per-
mette al pubblico di accedere alle aree naturali-
sticamente più belle e di attraversare i paesaggi
rurali: sono vie pedonali od equestri molto lun-
ghe (fino ai 400 km della
Pennine Way
); lungo il
percorso si trovano ostelli, campings e centri di
informazione e ristoro. La
Countryside Commis-
sion
, preposta alla loro gestione, pubblica in col-
laborazione con la
Ramblers Association
(una sorta
di C.A.I. inglese) un’ampia serie di opuscoli e info-
web per guidare i fruitori di sentieri, promuo-
vendo quindi il territorio e sostenendone l’eco-
nomia. A latere di questo sistema di accesso vi
sono alcune piccole aree per la pura ricreazione:
i
Picnic Sites
ed i
Country Parks
; nati per attirare
persone e per diminuire così la pressione ricre-
ativa nelle aree naturali turisticamente più deli-
cate, sono di solito localizzati vicino alle aree
urbane; questi ultimi offrono ogni tipo di ricrea-
zione all’aria aperta (equitazione, ciclismo, pe-
sca): possono essere parchi storici, zone di cam-
pagna, ex miniere a cielo aperto, recuperate.
Gli investimenti economici effettuati, sia pubblici
che privati, si sono dimostrati altamente remu-
nerativi dato l’alto numero di persone che ogni
anno usufruisce delle aree protette e delle strut-
ture ricreative individuate.
Un codice per la tutela del paesaggio
Risulta che solo pochi comuni dell’Irpinia del
dopo terremoto si siano dotati di strumenti nor-
mativi inerenti i caratteri di edifici e spazi urbani;
pochissimi i comuni che hanno poi applicato le
norme di cui si erano dotati.
Lioni, nel 1988, si è dotato del “Piano del Colore
e delle Norme di Attuazione del Piano di Recu-
pero e dei Piani di Zona”; il piano prescriveva,
oltre il colore delle facciate, gli elementi di finitu-
ra edilizia del nuovo costruito (geometrie e ma-
teriali di basamenti, cantonali, cornicioni, infissi,
recinzioni, arredi, alberature, ecc.); i risultati sono
stati confortanti: vinta la resistenza dei privati che,
in assenza del piano, si muovevano liberamente
tra infissi in alluminio anodizzato e tegole in ce-
mento colorato, le norme sono risultate utili agli
stessi progettisti che nella normalità dei casi le
hanno utilizzate come un “codice” a cui attingere
anche per il disegno degli elementi costruttivi.
Anche il territorio necessita di un “codice” per
definire il tipo di interventi, edilizi e antropici in
generale, possibili nel rispetto del paesaggio; le
comunità montane, forse la stessa Regione Cam-
pania, potrebbero farsi carico di uno studio nor-
mativo così come attuato in altre regioni del
centro-nord.
“Tutelare non significa ingessare” potrebbe es-
sere il principio di base di un “codice” da inten-
dere come individuazione di criteri ed indirizzi
per la conservazione e la valorizzazione del pae-
saggio: gli interventi di modellazione e trasfor-
mazione del paesaggio devono essere conciliati
con la conservazione della biodiversità e con il
naturale dinamismo del territorio.
Il ruolo delle istituzioni pubbliche è quello di as-
sicurare una corretta gestione del paesaggio che
tenga conto, oltre dei vincoli e dei meccanismi
economici e sociali, anche delle istanze che gli
abitanti aspirano a veder riconosciute per il loro
ambiente di vita.
Vengono di seguito riportati alcuni incipit meto-
dologici che sicuramente necessitano di un mag-
giore approfondimento; auspichiamo che qual-
che ente possa avviare uno studio analitico e
normativo volto alla tutela del paesaggio irpino.
Analisi degli elementi caratterizzanti
Conoscenza e lettura del contesto e delle carat-
teristiche paesaggistiche, attraverso le compo-
nenti fisico-naturali, storico-culturali, umane, per-
cettive con l’obiettivo della individuazione degli
elementi di valore, vulnerabilità e rischio.
Interdisciplinarietà e transdisciplinarietà
Esigenza e opportunità di coinvolgimento di fi-
gure professionali specialistiche (architetti, inge-
gneri, urbanisti, paesaggisti, topografi, geologi,
agronomi, forestali, geografi, botanici, ecc.), con
la finalità di una visione globale dei fenomeni e
dei contesti.
Utilizzo sostenibile delle risorse disponibili
Contenimento dell’uso di materiali, energia e
territorio, risorse non rinnovabili con l’obiettivo
di limitare i fattori dimensionali dei nuovi inter-
venti, promuovendo il recupero di manufatti esi-
stenti, sfruttando le potenzialità abitative delle
aree edificate.
Caratteristiche orografiche e morfologiche
Correlazione e integrazione con le proprietà
orografiche e morfologiche dei luoghi con la fi-
nalità della conservazione delle giaciture natura-
li dei terreni; con particolare riguardo alle opere
di nuova viabilità e di ripristino degli alvei fluviali.
Compatibilità ecologica
Introduzione di elementi di “rinaturazione” (vol-
ti a ricostituire condizioni di naturalità coerenti
con la struttura ecosistemica dei luoghi) e di “ri-
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