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modo l’unico riferimento culturale in grado di
dare conto della complessità di fenomeni così
diversi, quali quelli che si interconnettono nella
formazione del paesaggio stesso;
– l’introduzione del ruolo della percezione del-
la popolazione, che sola può legittimare il rico-
noscimento del paesaggio in quanto tale, con
ciò introducendo nuove scale di valori e di va-
lutazione.
Ci si può rendere facilmente conto di come il
paesaggio, secondo questa impostazione, possa
allora divenire un impor tante strumento di in-
tervento progettuale, tanto nel senso della sua
trasformazione condivisa che della sua salvaguar-
dia attiva.
Infatti, non solo risultano superate le concezio-
ni puramente estetizzanti del paesaggio, ma
anche le stesse visioni eco-scientifiche e pianifi-
catorie risultano, ancorché sempre utili, assai
parziali e limitanti, nei confronti della nuova vi-
sione complessa che il paesaggio ha assunto nel-
l’elaborazione della Convenzione Europea.
Nasce così la possibilità di disporre di un nuo-
vo strumento capace di cogliere proprio quel-
lo che oggi manca alla progettazione contem-
poranea: la capacità di inserirsi nella complessi-
tà, senza passare per operazioni semplificatorie
o riduzioniste (sia in urbanistica che in architet-
tura, quali per esempio il “piano strategico” o il
“disegno urbano”), per andare a fruire invece
della ricchezza della diversità ed anche della
dinamicità, spesso anche conflittuale, ma stimo-
lante, derivante dagli approcci molteplici e con-
vergenti, quali quelli che il paesaggio, nella sua
nuova concezione, fa propri.
Carta di Napoli
Contenuti e metodi per interpretare il paesaggio,
Napoli 1999
La Car ta di Napoli, redatta dalla AIAPP e dalla
FEDAP, rappresenta un insieme di raccoman-
dazioni per la redazione di una car ta del pae-
saggio italiano. La car ta ha avuto il patrocinio
del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e
del Ministero dell’Ambiente.
La Car ta di Napoli è stata redatta per accele-
rare i processi volti a fare del paesaggio una
risorsa strategica per il futuro e uno dei fonda-
menti su cui basare lo sviluppo sostenibile del
paese; è volta:
– alla rinascita generale di valori e interessi nei
confronti del paesaggio, con aggiornamento e
ampliamento del suo significato;
– alla reale centralità del paesaggio in tutti i
momenti di confronto con le istanze di trasfor-
mazione del territorio, nel quale delle politiche
di controllo dell’uso delle risorse.
I suoi principali aspetti innovativi possono es-
sere sintetizzati come segue:
– definitivo abbandono del concetto di bellez-
za naturale e affermazione del paesaggio come
sistema di ecosistemi e permanenza storico-cul-
turale;
– superamento del vincolo autorizzativi e sua
sostituzione con adeguati processi di piano e di
progetto;
– identificazione del ruolo e della preparazione
dei tecnici specialisti;
– precisazione in termini di qualità di principi,
criteri e metodi di intervento;
– coordinamento e integrazione fra urbanistica
ordinaria e paesaggistica, nella definizione dia-
lettica dei ruoli.
La Car ta intende costituire un documento di
lavoro utile ad aprire il dibattito, senza alcuna
intenzione di immodificabilità. È concepita in for-
ma di mozione ed è strutturata in 20 racco-
mandazioni strategiche, per contribuire a supe-
rare le ben note difficoltà in cui si dibatte la
conservazione del paesaggio italiano, al fine di
aprire nuovi scenari per interpretare le muta-
zioni in atto e governare al meglio il cambia-
mento.
Legge Regionale Campania 18 ottobre 2002,
n. 26
Norme ed incentivi per la valorizzazione dei cen-
tri storici della Campania e per la catalogazione
dei beni ambientali di qualità paesistica
La Regione Campania, con tale legge si è dota-
ta, per la prima volta, di una normativa che con-
sente di avviare azioni organiche di intervento
per il recupero dei centri antichi in relazione
non solo all’aspetto fisico, ma anche attraverso
l’incentivazione al ripristino di attività econo-
miche, in grado di renderli vivi e dinamici, coa-
guli di interesse pubblici e privati. Con la mede-
sima legge, la Regione Campania promuove, tra
l’altro, la catalogazione del patrimonio immobi-
liare d’interesse storico-artistico ed ambientale.
Tale legge ha l’intento di disciplinare, in armo-
nia con quanto previsto dal decreto legislativo
29.10.1999 n. 490, in materia di controlli ed in-
terventi sui beni culturali ed, in par ticolare, dal-
l’ar ticolo 158 della stessa legge, il restauro, il
decoro e l’attintatura, sia delle superfici ester-
ne di edifici civili di interesse storico, ar tistico
ed ambientale, sia delle cortine urbane nei centri
storici della Campania, al fine di ridurre il de-
grado del patrimonio edilizio per gli immobili
aventi oltre 50 anni. Gli interventi ed i progetti
di conservazione e valorizzazione dei beni sono
approvati e ammessi a contributo nell’ambito
di programmi di valorizzazione, comprendenti
il centro, o i centri o i nuclei di un medesimo
comune o di loro consorzi, da approvarsi con
le modalità stabilite dal regolamento di attua-
zione. Il recupero dei centri promuove la valo-
rizzazione del patrimonio storico, ar tistico, cul-
turale ed ambientale, attraverso la salvaguardia
della presenza antropica, in quanto presuppo-
sto per la conservazione dell’identità storico–
culturale dei centri stessi; persegue la riqualifica-
zione ed il recupero strutturale, ambientale e
conservativo, nonché un adeguamento degli stan-
dards di qualità abitative dei centri storici, anche
attraverso un complesso integrato ed organico
di interventi riguardanti le funzioni ed i servizi
urbani; utilizza forme e procedure di attuazione
e di gestione diretta dei programmi di recupero,
attraverso l’intervento pubblico e privato, nel ri-
spetto della normativa vigente in materia.
Delibera di Giunta Regione Campania 10 giugno
2004, n. 820
Disposizioni per la tutela e la valorizzazione del
patrimonio rurale
Con questa delibera, che fa riferimento alla legge
n. 378 del 24.12.2003 e alla legge regionale n.
26 del 18.10.2002, la Regione si è dotata di un
ulteriore strumento per la valorizzazione del
patrimonio culturale e del paesaggio, infatti la
Regione Campania conserva ampi spazi di pae-
saggio rurale caratterizzato da un’architettura
rurale tradizionale costituita da un rilevante e
singolare patrimonio rappresentato anche da
manufatti (selciati, in pietra, ponticelli in pietra,
opere di imbrigliamento e regimentazione del-
le acque, ecc.) nonché sentieri e tratturi che
sono testimonianza della stretta relazione tra